«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

venerdì 1 maggio 2015

Arriva "The Tribe" film di sordomuti tra violenza e prostituzione



Per raccontare la violenza, la prostituzione, il bullismo e una storia di crescita difficile, non occorre la parola. È il caso di “The Tribe” di Myroslav Slaboshpytskkiy, film ucraino già passato alla Semaine de la Critique a Cannes e in sala dal 28 maggio con Ubu.
Il film è infatti recitato tutto da sordomuti che comunicano con il linguaggio dei gesti. Dunque nel segno di un ideale addio al linguaggio, arriva questo film - vincitore del Gran Premio della Semaine de la critique e Film Rivelazione agli European Film Awards - con protagonista Sergey, giovane sordomuto, che deve vedersela con il duro impatto con un grigio Istituto di sordomuti. Viene qui subito sottoposto a violenti rituali di iniziazione da parte dei capi di una banda. Le due ragazze più attraenti del gruppo vengono fatte prostituire di notte andando a cercare clienti tra i camionisti di un parcheggio. Sergey, poi, si innamora di una delle due, Anna. Non sa però che uno degli istitutori sta dandosi da fare per mandarla in Italia. Con la lingua dei segni, Slaboshpytskiy intraprende così un viaggio su un territorio nuovo e pieno di promesse. E tutto questo in uno spazio concentrazionario, come quello dell'istituto, dove tutto prende un sapore forte, acido. Così anche gli stessi segni, con i quali i protagonisti comunicano, diventano mano a mano rappresentazioni di un rito senza tempo vissuto in una prospettiva estrema, senza concessioni: sia per quanto riguarda la violenza che per le scene di sesso. «È un mio vecchio sogno - dice nelle sue note Myroslav Slaboshpytskiy - quello di rendere omaggio al cinema muto. Fare un film che possa essere compreso senza che venga detta una parola. Non pensavo però a un certo tipo di cinema europeo “esistenzialista” in cui gli eroi stanno zitti per metà della durata del film. Anche perché gli attori non erano muti nei film muti. Comunicavano molto attivamente attraverso un'ampia gamma di azioni e di linguaggio corporeo. Vedo questo film come una storia di amore e iniziazione».
(fonte: Press-In anno VII / n. 1022 - Il Piccolo di Trieste del 30-04-2015)

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