«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

lunedì 28 settembre 2015

L'editoria scolastica non trova la via al digitale e colleziona solo flop

L'editoria scolastica è il business più difficile dell’industria dei media ma non riesce proprio a trovare ancora un modello efficace per il digitale - Il fallimento di Amplify e le strategie di Pearson, McGraw-Hill, Houghton Mill Harcourt, Cengage Learning - Focalizzarsi cui contenuti e sul cliente finale o sulle piattaforme?
Perché queste grandi multinazionali dell’editoria scolastica faticano così tanto a trovare un modello efficace al passaggio al digitale dei contenuti e dei servizi destinati alla scuola e formazione? Semplicemente perché, venendo da un’esperienza totalmente diversa, non hanno compreso come si sviluppano le relazioni, anche economiche, all’interno di questo nuovo mercato totalmente dematerializzato. La loro ossessione, da buoni discepoli dell’hard-boiled school, è quella di controllare l’intero sistema di produzione e distribuzione di un contenuto come avviene, in effetti, nel mercato nel quale sono abituati a operare. Tale controllo totale del business, come si stanno rendendo conto tutte le imprese media tradizionali che stanno facendo i conti con la nuova economia, è pressoché impossibile nel nuovo scenario digitale. In questo ambiente si va verso una segmentazione e una specializzazione dei ruoli e gli eventuali monopsoni sono transienti. Le posizioni dominanti tendono ad essere effimere e possono essere scalzate rapidamente dalle conseguenze della successiva innovazione.
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