«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

giovedì 22 settembre 2016

Cyberbullismo, abbiamo perso tutti

Alla Camera vince la retorica e perde il buon senso, vincono i proclami e la concretezza. Caricando terzi, dal Garante, alle scuole, agli operatori della Rete, di responsabilità poco sostenibili e pericolose
Con 242 voti favorevoli, 73 contrari e 48 astenuti, ieri sera, quando mancavano pochi minuti alle otto, l'Assemblea di Montecitorio ha approvato la proposta di legge contro bullismo e cyberbullismo.
È una notizia che, in tanti, avremmo voluto salutare con soddisfazione e rivolgendo un plauso al legislatore per aver saputo e voluto ascoltare la voce di quanti - in testa Telefono Azzurro e decine di altre associazioni ed organizzazioni che hanno a cuore la salute ed il benessere dei minori - da anni chiedono che lo Stato scenda in campo contro il fenomeno del bullismo, un fenomeno antico quanto il mondo che, tuttavia, in Rete ha trovato nuove forme di manifestazione i cui effetti sono, innegabilmente, più devastanti, persistenti ed allarmanti. Ed invece ci si ritrova costretti a prendere atto con rammarico che, in Parlamento, ancora una volta - come già spesso accaduto in passato specie allorquando si è trattato di disciplinare condotte telematiche - la retorica ha avuto la meglio sul buon senso, i tuttologi hanno prevalso sui tecnici e, soprattutto, le parole hanno travolto le buone intenzioni.
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