«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

domenica 11 settembre 2016

Il Parlamento contro il digitale

Marco Viviani su Webnews ricostruisce l’iter parlamentare della legge sul cyberbullismo che nei prossimi giorni dovrà in qualche modo essere affrontata. Ne avevo parlato anch’io qualche tempo fa su Il Post.
La norma proposta dalla senatrice del PD Elena Ferrara ha percorso la traiettoria usuale che tutte le leggi parlamentari sul digitale seguono in Italia da 15 anni a questa parte. Lo dico brutalmente per amore di sintesi: vengono ideate da chi non ci capisce nulla, peggiorate da altri che ci capiscono di meno e infine, sull’orlo del baratro, quando ci si accorge che creano maggiori problemi di quanti non ne intendessero risolvere, vengono emendate (nella migliore delle ipotesi), silenziate ma lasciate attive (spesso) o dimenticate. In molti casi simili iniziative lasciano spalancati giganteschi buchi di diritto nell’ordinamento nazionale. Un esempio tipico e mille volte citato la norma 61/2001 sul diritto d’autore che si occupava della definizione di “prodotto editoriale” sul web.
Dal caso specifico mi pare escano due o tre punti rilevanti.
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