«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

giovedì 6 ottobre 2016

Como/Pavia. Disabilità: separare fa bene o fa male? … anche a scuola?

La scuola italiana sperimenta da quasi 40 un modello inclusivo. Ma per molti bambini le scuole speciali sono ancora una realtà. Se ne parlerà a Como (il 12 ottobre) e a Pavia (21 ottobre).
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, stabilisce che il diritto alla vita indipendente e all'inclusione nella società debba essere riconosciuto a tutte le persone con disabilità. Parole cui non seguono per il momento i fatti: l'orientamento delle politiche sociali è infatti quello di identificare, a seconda della tipologia e intensità della disabilità, diversi contenitori di servizi, sempre più specializzati in base alla “patologia” e alle condizioni di salute della persona, deputati all'assistenza e non all'inclusione.
Un pensiero che rischia di investire anche il mondo della scuola italiana che da quasi 40 anni, sperimenta (spesso con successo) un modello inclusivo. Eppure, per alcuni bambini già oggi le strade dell'educazione sono separate rispetto a quelle dei loro coetanei. Per questi bambini la scuola non è quella “di tutti”, ma si risolve all'interno di scuole speciali, centri dedicati o classi potenziate.
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