«Quando un'Università conta qualcosa come 16.000 studenti, smette di essere un semplice presidio formativo, ma diventa prima di tutto un presidio sociale». Con queste parole del rettore Stefano Paleari, si è aperto ieri l'incontro con cui l'Università di Bergamo ha presentato i nuovi ausili messi a disposizione degli studenti con disabilità della vista.
All'incontro hanno partecipato il presidente della sezione di Bergamo dell'Unione italiana ciechi, Giovanni Battista Flaccadori, il delegato per la responsabilità sociale dell'Università, Walter Fornasa e Francesco Bosetti, dell'assessorato provinciale ai Servizi sociali.
L'ateneo cittadino ha aderito al progetto nazionale «Unileo 4 Light», promosso dai ragazzi dei Leo Club italiani per sostenere il futuro professionale degli studenti con problemi di vista. «Il progetto – spiega Anna Fidanza, ex presidente del Leo Club locale e responsabile dell'iniziativa – vuole aiutare i ragazzi con grosse disabilità visive a proseguire il proprio corso di studi fino alla laurea. Da tempo raccogliamo fondi per poter mettere a disposizione del maggior numero possibile di università, apparecchiature e materiale tecnologico per il supporto allo studio». L'ateneo di Bergamo, in particolare, è stato dotato di due software (Jaws e Magic) che, attraverso un sistema di guide vocali e controlli a tastiera, permettono anche a non vedenti e ipovedenti di utilizzare il computer. Oltre alle due licenze sono stati regalati all'Università due videoingranditori portatili, uno da tavolo, e due speciali scanner angolari capaci di trasformare in pochi secondi qualunque fo glio di testo in un file audio. «L'obiettivo – ha concluso Fidanza – non è semplicemente quello di fornire supporto tecnologico. Ci siamo accorti che i testi e i materiali universitari per non vedenti e ipovedenti mancano spessissimo di uniformità, sono realizzati secondo logiche e principi differenti, che costringono chi ne usufruisce a imparare un nuovo modo di leggere per ciascun libro. Con il progetto Unileo 4 Light vogliamo provare a uniformare il sistema, mettendo a disposizione delle università un database di testi per non vedenti, in modo che ciascun docente possa adottare un libro che anche i ragazzi con questa disabilità possono subito avere a disposizione». Ad oggi sono solo 21 le università italiane che hanno aderito al progetto dei Leo Club, ma sono più di 80 quelle con cui sono stati avviati i primi contatti e che potranno usufruire del lavoro e delle iniziative di questi ragazzi entro i prossimi mesi.
Paolo Baggi
(fonte: Press-IN anno II / n. 1556 - L'Eco di Bergamo del 13-06-2010)
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Press-IN è un'iniziativa del
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