«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

sabato 3 luglio 2010

Laser, telecamere e guanti. Ecco l'auto per non vedenti



Pronta per la presentazione la prima vettura che può essere guidata dai ciechi. Funziona grazie a sensori che vedono per conto del conducente e lo rendono completamente indipendente. Messa a punto dai ricercatori della Virginia Tech University, a gennaio la dimostrazione ufficiale.
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - La prima automobile per non vedenti sarà presentata ufficialmente nel gennaio prossimo. Frutto di un decennio di sperimentazioni e ricerche, il veicolo permetterà a chi è cieco di guidare normalmente nel traffico di una città, su un'autostrada o perfino su un circuito per fare: proprio su uno di questi, al Daytona International Speedway, verrà testato per la prima volta di fronte a rappresentanti dell'industria, giornalisti specializzati e pubblico. Ci vorrà probabilmente ancora qualche anno prima che il mercato sia pronto ad accettare l'idea di un'auto per non vedenti, ma la tecnologia è in pratica già pronta.
Costruire una macchina che trasporta persone non dotate della vista, dicono i suoi inventori, è stato relativamente facile: in fondo il pilota automatico è in grado di far decollare, volare e atterrare aereoplani, quasi senza bisogno di supporto umano, dunque perché preoccuparsi che la stessa cosa non possa essere fatta per un veicolo che viaggia su quattro ruote sulla terra? La difficoltà vera, spiegano gli scienziati della Virginia Tech University in un'intervista al quotidiano Times di Londra, era permettere al non vedente che si trova al volante di guidare davvero, di prendere le decisioni su dove andare, e a che velocità, in modo autonomo.
L'approccio del professor Dennis Hong e dei suoi collaboratori dell'università americana ha seguito due strade parallele. Da un lato, il veicolo è dotato di un sistema di laser, telecamere e meccanismi computerizzati che scannerizzano la strada davanti all'auto, "vedendo" per conto del viaggiatore, individuando ostacoli, incroci, semafori, altri autoveicoli, e così via. L'altro approccio è stato trovare un modo di dare al guidatore non vedente un'autonomia, un'indipendenza. Lo si è trovato attraverso guanti speciali che il guidatore deve indossare, che lo informano, attraverso una varietà di vibrazioni ed impulsi, di tutto quello che si trova davanti alla vettura. I guanti gli dicono se c'è una curva, se è stretta, avvertono sull'intensità del traffico, sulla necessità di frenare all'improvviso per un ostacolo, sulla possibilità di accelerare perché la strada è libera o sulla necessità di fare un sorpasso e cambiare corsia. E così via.
"Qualcosa del genere lo fa già da tempo la voce del navigatore satellitare", dice il professor Hong al Times. "Noi abbiamo fatto un ulteriore passo avanti, moltiplicando la mole di informazioni che vengono date al guidatore. E sostituendo le vibrazioni del guanto alla voce del navigatore, che alcuni automobilisti dicono di trovare fastidiosa". La nuova tecnologia è già stata sperimentata con successo su una "dune buggy". Ora i ricercatori della Virginia Tech la stanno adattando a un fuoristrada 4x4, che sarà presentato in gennaio a Daytona. Commenta marc Maurer, presidente della National Federation of the Blind (Federazione Nazionale dei Ciechi): "La scienza sta esplorando aree che in precedenza venivano considerate inesplorabili. Stiamo finalmente allontanandoci dal pregiudizio secondo cui la cecità limitava gravemente la capacità delle persone di dare un contributo alla società e di farne parte esattamente come i vedenti".
Il professor Hong ricorda che, quando cominciò a interessarsi del progetto, la gente gli dava del pazzo. "Mi dicevano che perdevo tempo a rincorrere qualcosa di impossibile. Adesso abbiamo dimostrato che non era affatto impossibile e che sta per diventare realtà".
(fonte: Press-IN anno II / n. 1812 - La Repubblica del 04-07-2010)
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