Le potenzialità dell'iPad al servizio dei bambini disabili ospiti al centro sanitario diurno della cooperativa sociale "Il Seme" di Cardano al Campo. Da pochi giorni la dottoressa Chiara Luoni, direttore sanitario e neuropsichiatra del centro, sta sperimentando il tablet di Apple con bambini affetti da autismo e sindromi genetiche. Un ausilio che, all'interno di un approccio multidisciplinare, consente di migliorare la qualità della vita dei bambini e dei loro familiari.
«Poche settimane fa abbiamo ricevuto in dono un iPad e un iPod da parte di un privato - dice Chiara Luoni - Strumenti importanti nel campo della comunicazione aumentativa alternativa». Grazie allo schermo multi touch molto reattivo e ad alta risoluzione, l'iPad sembra essere, se non la soluzione, almeno uno dei mezzi più indicati per supportare una comunicazione complicata. «In modo particolare - continua la dottoressa Luoni - è indicato in quelle condizioni in cui il linguaggio è quasi assente ma vi è una discreta mobilità motoria. I bambini, anche quelli di 2 o 3 anni, intuiscono come usarlo e per questo, se inserito in un approccio multidisciplinare, può consentire di migliorare la qualità della comunicazione». Utilizzando delle applicazioni ad hoc, come iCommunicate, «il bambino riesce a fare richieste e, in un certo senso, a parlare con un semplice clic - chiarisce Chiara Luoni - Infatti, basta un tocco sull'immagine per creare un output sonoro che ripete il nome dell'immagine scelta. Inoltre è possibile lavorare sul riconoscimento di lettere e numeri».
L'iPad, oltre a costruire un ponte tra i piccoli pazienti e il mondo di affetti che li circonda, sembra placare anche l'aggressività tipica di alcune disabilità: «Bisogna dire che i bambini sono sempre molto attratti dai computer in genere - dichiara Luoni - Ciò avviene perché questi strumenti sono per loro molto prevedibili e, quindi, facili da controllare. Soprattutto per quanto riguarda gli autistici,si è notato che l'utilizzo del mezzo informatico li rende meno aggressivi». Un fatto in realtà semplice da spiegare: «In fondo si tratta di dare loro uno strumento di comunicazione con cui allacciare una relazione con il mondo esterno - dice Chiara Luoni - Riescono così ad esprimere ciò di cui hanno bisogno».
Potenzialità a parte, va detto che il nostro sistema sanitario nazionale non inserisce l'iPad nella lista degli strumenti tecnologici prescrivibili. «Motivo in più per cui ringrazio chi ha voluto potenziare la nostra offerta donandoci questi meravigliosi strumenti - dice Andrea Giola, presidente del centro sanitario diurno - Speriamo presto di poter offrire ad 8 dei nostri bambini il loro iPad "personale" con cui poter comunicare in tutta semplicità».
Benedetta Magistrali
(fonte: Press-In anno III / n. 2806 - La Provincia di Varese del 22-10-2011)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento