«È necessario pensare non in termini di tutela, ma in termini di diritto e di pluralismo di possibilità attraverso il processo di inclusione, inteso non come processo atto a “mettere dentro chi prima era fuori o chi è a rischio di esclusione”, ma di rendere i contesti inclusivi»: un nuovo contributo del GRIDS (Gruppo Ricerca Inclusione e Diability Studies) ravviva ulteriormente il dibattito avviato dal nostro giornale, con i rappresentanti delle Federazioni FISH e FAND, sull’inclusione degli alunni con disabilità
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