«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

domenica 13 settembre 2015

vEyes, gli occhi virtuali di papa' Max per la figlia ipovedente

Un docente di informatica catanese ha messo a punto una piattaforma indossabile per aiutare i disabili visivi a interagire con la realtà. La start up è in concorso per uno dei tre premi "Think for social" di Vodafone.
Retinite pigmentosa. È stata questa la diagnosi con la quale tre anni fa Massimiliano Salfi, docente di materie informatiche al dipartimento di Matematica dell’Università di Catania, ha dovuto fare i conti. A essere affetta dalla distrofia retinica degenerativa su base genetica è la figlia maggiore, oggi undicenne, di colui che da novembre 2014 è il presidente e responsabile delle attività scientifiche della onlus vEyes, che sta per “Virtual eyes”. Dal momento della diagnosi, infatti, Salfi ha cominciato a sviluppare un progetto per aiutare la figlia (e probabilmente anche la sorella più piccola), destinata come tutti coloro che sono affetti dalla patologia alla cecità, negli anni a venire: lo sviluppo di una piattaforma hardware indossabile che consenta non vedenti e ipovedenti di interagire con la realtà circostante. Progetto che, lo scorso luglio, è stato uno dei dieci selezionati tra i 400 candidatisi al bando “Think for social” di Fondazione Vodafone presieduta da Alex Zanardi. «Al termine dell’Innovation week alla quale abbiamo partecipato abbiamo ottenuto 30mila euro e l’accesso a un programma di accelerazione di quattro mesi all’interno di PoliHub», racconta Salfi che, adesso, spera che il suo progetto possa essere tra i migliori tre che a novembre otterranno un ulteriore growth grant pari a oltre 200mila euro.

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