«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

lunedì 24 febbraio 2025

TuttoScuola. Se il sostegno aiuta più gli insegnanti che gli alunni…/1. Il problema (irrisolto) dell’inclusione scolastica

Il sistema di insegnamento di sostegno in Italia è al collasso. Il tema, più volte denunciato da Tuttoscuola con articoli (tra gli ultimi https://www.tuttoscuola.com/docenti-di-sostegno-per-favorire-la-continuita-didattica-servono-misure-piu-radicali/ e https://www.tuttoscuola.com/sostegno-lo-squilibrio-nord-sud-tra-specializzati-e-la-prima-causa-dei-posti-vacanti/) e dossier (https://www.tuttoscuola.com/sostegno-quella-scorciatoia-per-il-posto-fisso-e-vicino-a-casa/), è tornato al centro del dibattito grazie a un intervento del giurista Sabino Cassese, che spesso e con competenza si è occupato di scuola ("organizzazione più importante della società"), pubblicato dal quotidiano Il Foglio il 15 febbraio 2025, intitolato "La scuola che non funziona. Dati e idee" (https://www.ilfoglio.it/scuola/2025/02/15/news/la-scuola-che-non-funziona-dati-e-idee-7419315/).

Cassese approfondisce in particolare la questione degli insegnanti di sostegno, evidenziandone lo straordinario tasso di precarietà, che è del 59%, contro il 14,5% degli altri insegnanti, e la mancanza del titolo di specializzazione per un terzo di essi. Rifacendosi a uno studio dell’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-gli-insegnanti-di-sostegno-in-italia-numeri-record-e-formazione-insufficiente), Cassese nota che l’incremento del numero degli insegnanti di sostegno ha ormai superato quello degli alunni con disabilità, anche a causa della gestione regionale delle assunzioni che spesso non si è attenuta allo standard di un docente ogni due studenti. Così la media nazionale è ora di 0,7 insegnanti per alunno (con un picco di uno a uno in Molise), contro lo 0,5 del solo Veneto.

Il risultato? Un sistema che rischia di favorire più gli insegnanti che gli alunni, con docenti spesso privi di una preparazione adeguata e inseriti in un contesto scolastico che non riesce a garantire una vera inclusione.

Verso la "cattedra inclusiva"?

Tra le soluzioni suggerite da Cottarelli e rilanciate da Cassese (previa valutazione dei costi-benefici), c’è anche la cosiddetta "cattedra inclusiva", proposta da gruppo di esperti in inclusione scolastica, tra i quali il pedagogista Dario Ianes, che ci lavora da anni, e l’ex ispettore Raffaele Iosa, che punta a distribuire la responsabilità dell’inclusione tra tutti i docenti, non riservandola solo all’insegnante di sostegno (https://www.agenziaiura.it/cattedra-inclusiva/). Un’idea già affacciatasi da anni e ripresa nel tempo anche da Tuttoscuola, nella prospettiva della personalizzazione dei percorsi individuali di apprendimento (si veda, per esempio, questa notizia del 2020 https://www.tuttoscuola.com/il-sostegno-mancato-2-la-soluzione-e-la-personalizzazione/).

Riforma o utopia? Il nodo della formazione

Certo, l’ideale sarebbe di arrivare a una scuola che non si avvale di insegnanti di sostegno (salvo che in casi particolari ed eccezionali) perché tutti gli insegnanti sarebbero nello stesso tempo titolari dell’insegnamento per il quale sono abilitati e responsabili dell’inclusione di tutti gli studenti. Servirebbe però una formazione iniziale che comprenda anche questa responsabilità e un piano pluriennale di formazione in servizio per tutti gli attuali docenti. Nel frattempo, alcune scuole hanno già avviato sperimentazioni innovative, con modelli che integrano il sostegno all’interno delle classi e puntano a una didattica più inclusiva. Un primo passo che merita di essere incoraggiato, ma che da solo non basta a risolvere una criticità che si trascina da anni.

La domanda resta aperta: il sistema italiano riuscirà a trasformare il sostegno da una misura emergenziale a un reale strumento di inclusione?

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Se il sostegno aiuta più gli insegnanti che gli alunni…/2. Troppi docenti di sostegno, poco formati e spesso precari

Ha destato scalpore la relazione di Carlo Cottarelli e Gianmaria Olmastroni "Gli insegnanti di sostegno in Italia: numeri da record e formazione insufficiente", pubblicata il 24 gennaio 2025 a cura dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano e commentata alcuni giorni fa da Sabino Cassese in La scuola che non funziona. Dati e idee sotto l’eloquente titolo "Troppi, in gran parte precari, non sempre preparati. Insegnanti di sostegno: uno strumento per

https://www.tuttoscuola.com/se-il-sostegno-aiuta-piu-gli-insegnanti-che-gli-alunni-2-troppi-docenti-di-sostegno-poco-formati-e-spesso-precari/

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