«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

sabato 31 maggio 2014

DJ Paris e la febbre del sabato sera: la musica che fa ballare i sordi

E' la "disco deaf", la nuova frontiera: grazie alle vibrazioni del bolognese Giovanni Parisi, anche lui non udente, le persone sorde scendono in pista. Due i sogni: fare musica in Lis e suonare in locali famosi. E non è il solo.
House, commerciale, lounge, hip hop, salsa cubana, latino americano. Dj Paris, al secolo Giovanni Parisi, mette un po’ di tutto anche se non ci sente. E suona sia nei locali sia durante le serate di “disco deaf” organizzate qua e là per far ballare le persone sorde. I non udenti, infatti, "riescono a sentire le vibrazioni, guardano i movimenti di chi gli sta attorno" e, se si tratta di balli di gruppo o di coppia, "imparano i passi. Come aveva fatto l’attrice Marlee Matlin nella versione americana del programma televisivo Ballando con le stelle", dice il disk jockey. Giovanni Parisi, 37 anni a giugno, modenese di nascita ma bolognese d’adozione, con l’hobby del calcetto, ha iniziato quasi per gioco: "Ho fatto per la prima volta il deejay nel 2009 al matrimonio di due miei amici, Laura e Luca. Sinceramente, molti anni fa, quando andavo in discoteca e vedevo i dj che mixavano i vinili, ero convinto che non ce l’avrei mai fatta – ricorda –. Ma con l’arrivo del digitale tutto è stato più semplice: la tecnologia mi ha facilitato molto nell’utilizzo dei piatti e del mixer, oltre naturalmente al computer che mi serve per gestire i file audio. Mi aiuto soprattutto con l’uso dei bassi, che sento più nitidamente rispetto agli udenti". Dj Paris però, che convive con Mariachiara e che per mantenersi lavora in una società di servizi informatici per le banche, non si è improvvisato alla consolle: nel 2010 ha iniziato a frequentare un corso che continua tutt’ora per migliorare la tecnica.
"La passione per la musica l’ho sempre avuta anche se sono sordo dalla nascita a causa di un errore chirurgico". È sorta quando era un bambino, grazie all’utilizzo di protesi acustiche per amplificare i rumori, e dagli 8-9 anni in poi quell’amore per il suono non si è più fermato: un’adolescenza trascorsa nelle discoteche romagnole e gruppi rock come gli Ac/Dc e i Metallica o cantanti italiani come Vasco e Zucchero tra i suoi artisti preferiti.
- continua la lettura su Press-In anno VI / n. 1329 - Redattore Sociale del 31-05-2014

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