1. La tecnologia non deve sostituire l’insegnante: ci sono cose che le tecnologie possono fare in modo più efficace e che permettono all’insegnante di risparmiare tempo e fatica per dedicarsi a ciò che esse non sono in grado di fare (o comunque non meglio dell’insegnante).
2. La tecnologia funziona solo se si cambia il modo di apprendere: se si utilizzano le tecnologie come contenitori nuovi per metodi vecchi, è quasi scontato che il risultato sia negativo.
3. L‘efficacia delle tecnologie nella didattica non è misurabile secondo i parametri tradizionali: se si continua a quantificare l’apporto delle tecnologie a scuola in base all’esito di test standardizzati o a tassonomie tradizionali, si limita la loro portata e li si riduce a tecniche, quando invece sono piuttosto — o dovrebbero essere — pratiche (vedi punto successivo).
4. La tecnologia non può migliorare un curricolo tradizionale: conseguentemente ai punti 2 e 3, si trascura troppo spesso il fatto che, come dice anche Zaho, “technology has created a new world, which demands new skills and knowledge”. Un insegnamento ancorato a un modello erogativo, lineare, frontale, difficilmente farà un uso adeguato e fruttuoso delle tecnologie, che contengono dei percorsi di conoscenza diametralmente opposti (collaborativi, reticolari, diffusi).
5. Spostare l’attenzione dalle tecniche alle pratiche: le tecnologie passano in fretta, i bisogni restano. Se fino a poco più di 10 anni fa non si sapeva nemmeno cosa fosse un tablet e ora sembra lo strumento indispensabile per fare “didattica innovativa”, nessuno può immaginare con cosa avremo a che fare tra 5 anni. Risulta quindi necessario focalizzarsi non sulle tecnologie come “tecniche”, appunto, quanto piuttosto sui bisogni e le esigenze degli studenti e su come la tecnologia intesa nel suo complesso può contribuire a edificare questo ponte tra i loro bisogni e il mondo reale. Questo non significa usare di più la tecnologia, ma sapere scegliere la migliore pratica — pedagogica prima che tecnologica — che però non può ignorare la tecnologia, se non nel suo utilizzo in classe, comunque per la sua innegabile presenza nella realtà quotidiana.
Marco Dominici - Yong Zhao
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