«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

mercoledì 2 novembre 2011

Curno. Sottotitoli al cinema per i sordi. Ora si può, grazie a un'«app»

Presentazione MovieReading from MovieReading on Vimeo.


Si chiama Movie Reading. È una app, cioè un'applicazione da scaricare su uno smartphone o un tablet. Ma la cosa più importante è che promette di migliorare la vita ai sordi. Che, grazie a questo programma, possono (finalmente) andare al cinema a vedere qualsiasi film, leggendo i sottotitoli. Dove? Sullo smartphone o sul tablet, appunto.
Per i sordi è quasi una rivoluzione, che a Bergamo è appena stata sperimentata da Stefano Zanoletti, 35 anni, di Ardesio, presidente dell'Ens di Bergamo (Ente nazionale sordi, www.ens.it) e informatico alla Brembo.
La sperimentazione.
Per sperimentare l'applicazione, Stefano ha scelto l'Uci Cinema di Curno e il nuovo film «Matrimonio a Parigi», ma avrebbe potuto scegliere qualsiasi sala e altre pellicole appena uscite. «Perché l'aspetto rivoluzionario – spiega Zanoletti – è che serve soltanto uno smartphone oppure un tablet collegati a Internet. Bisogna installare la app (servono due o tre minuti), consultare la sezione Market, dove c'è l'elenco dei film disponibili, scegliere la pellicola da vedere e scaricare i sottotitoli. Che si sincronizzano automaticamente con il film. Un software – ribadisce Stefano – fa comparire il sottotitolo nel momento in cui l'attore sta facendo quella battuta, non dopo. Così si segue il film come tutti gli altri».
Il programma.
Per scaricare il programma, serve un iPhone o un iPad oppure uno smartphone o un tablet Samsung o ancora un dispositivo basato su Android.
«Grazie a questa applicazione mi sono visto abbattere una barriera, una di quelle invisibili – dice il presidente dell'Ens Bergamo –. Ho capito che ora posso andare al cinema come tutti gli altri. E ho riso, per la prima volta in una sala cinematografica, per la battuta di un comico (Massimo Boldi, ndr). Mi sono sentito autonomo. E con la voglia di condividere l'esperienza avuta, perché questa barriera possa cadere per tutti i sordi».
Le testimonianze.
Tra luci e ombre sono le prime reazioni di alcuni giovani dell'Ens. «È un primo passo utilissimo, ma resta il fatto che ci vuole uno smartphone – dice Giovanni Pizio, 25 anni, di Gorle –. Il mio telefonino non va in internet e per me andare al cinema sarà ancora un problema». «In realtà – dice Ilaria Galbusera, 20 anni, di Bergamo – in alcune grandi città come Milano, Roma, Torino e Bologna, ci sono sale cinematografiche che mettono a disposizione dei tablet. Ma a Bergamo non è ancora possibile».
«All'estero – le fa eco Michela Bottini, 28 anni, di Azzano San Paolo – sono molto organizzati. Io sono appena stata a Miami con un gruppo di amici sordi. Una sera ci siamo presentati al cinema, abbiamo fatto presente la nostra disabilità e, dopo pochi minuti, ognuno di noi ha avuto un tablet su cui leggere i sottotitoli del film. Lì è una cosa normale, una barriera già abbattuta».
Il fratello di Michela, Thomas, 16 anni, nelle sale bergamasche va comunque: «Guardo le immagini, ma quanta fatica per capire cosa succede», confida. «Anche io vado comunque al cinema – racconta Stefano Pedergnaga, 24 anni, di Brescia – e mi affido agli amici udenti che mi raccontano la sequenza delle scene. Seguo i movimenti, le azioni, ma poi mi perdo tutti i dialoghi. Ora questa app potrà aiutarci».
Il tariffario non lo passa.
Resta però il fatto che non tutti hanno uno smartphone o un tablet. «Il nomenclatore tariffario delle protesi – spiega il presidente Zanoletti – continua a metterci a disposizione un comunicatore telefonico fisso chiamato Dts, che consente ai sordi di parlare tra loro, ma si tratta di una tecnologia ormai superata: il nomenclatore dovrebbe prevedere piuttosto questi nuovi dispositivi telefonici. Così anche i sordi potrebbero permettersi le prime visioni in sala. Come è successo a me, per la prima volta, con "Matrimonio a Parigi". È un'altra barriera, ma noi non perdiamo la speranza. Riusciremo ad abbattere anche questa».
di Silvia Seminati
(fonte: Press-In anno III / n. 2899 - L'Eco di Bergamo del 01-11-2011)

Nessun commento: