«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

domenica 11 novembre 2018

Brescia. The sound of silence. In giro per la citta' con cuffie antirumore e voglia di ... sentire

Silenzi, emozioni e battiti: la citta' tace. Un giorno da sordi in centro storico .
Il suono del silenzio ha il rumore dei battiti accelerati, dei pensieri e i passi pesanti. L'eco dei rintocchi in piazza Loggia e il sibilo di chi chiede informazioni. Con Fuorinorma, una gita in centro storico con le cuffie antirumore per provare a simulare la sordità. 
Gente strana in quel di Brescia ieri mattina. In fila indiana, per quasi due ore con le cuffie antirumore in testa. Incrocia sguardi incuriositi, stupiti, talvolta divertiti. Prova sensazioni differenti, immagina altri panni, si guarda dentro in altra modalità per «sentire» corpo e pensieri.
Merito di Fuorinorma, festival giunto alla terza edizione con eventi e iniziative fino a domani al teatro Sociale. In programma concerti al buio (ieri sera), incroci migranti sulle coste di Lampedusa (stasera) o, ieri mattina, laboratorio che per un paio d'ore ha provato ad avvicinare gli udenti a un qualcosa che, seppur vagamente, potesse ricordare la sordità. Regista della performance Serena Crocco di Silenziose Tracce, che ha guidato per le vie e le piazze del centro storico operatori del sociale, artisti del collettivo Extraordinario e un intruso. Tutti insieme, un po' spettatori e un po' performer.
Partenza in piazzetta Bruno Boni, stop davanti al «Bigio» nero a mimar la statua, in Largo Formentone per confondersi con gli alberi, in piazza Loggia davanti alla stele dei caduti, in chiesa per gli affreschi, al tempio Capitolino e in piazza Duomo per dialogare a gesti.
Il silenzio trasmette sensazioni. Sentire non è solo udito. Può essere straniante all'inizio, comunicare disagio. Oppure può dare sollievo immediato: «Protetta da stimoli e da convenzioni, così mi sono sentita», spiega una ragazza. «Sulla neve, mi sembrava di essere sulla neve, dove tutto è un po' ovattato», osserva un suo amico.
Il silenzio proietta all'interno. Il respiro? Oddio, quanto si sente il respiro quando si hanno quelle cuffie in testa. E i passi? Anche quelli sembrano più pesanti, certo che sì. È un dialogo continuo con se stessi, col proprio corpo. In piazza Loggia, davanti alla stele, è l'emozione che si rinnova quando suonano i rintocchi delle campane, così tenui questa volta, a differenza del 28 maggio. In chiesa, davanti agli affreschi, è aiuto alla contemplazione. In piazza del Foro è gioco, grazie a quei fili di lana che si possono attorcigliare leggeri su una Vespa o alle sbarre di una finestra come simbolo di libertà. In piazza Duomo il silenzio può essere complicato se tocca dialogar col vicino e i segni a disposizione sono proprio pochini. Compito per il prossimo anno: imparare qualche segno in più.
La sordità è un'altra cosa, ma il laboratorio dona sensazioni. Il «sentire» è certo molto più che non una questione di udito. Ci sentiamo leggeri, in gamba. Sentiamo venir la pelle d'oca, o sentiamo tutte le campane. Il sentire è anche emozione. Silenziose Tracce il nome del laboratorio. Forse perché, con molta pazienza, si incide nella memoria delle esperienze. E aiuta davvero a sentire gli altri. Si vedrà.
di Thomas Bendinelli
(fonte: Press-In anno X / n. 2411 - Il Corriere della Sera del 10-11-2018)
Stampa: https://bresciasettegiorni.it/cronaca/fuori-norma-silenziose-tracce/

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