Quella cioè di avere finalmente uno strumento che sottragga tante persone dall'area dell'assistenza in favore della partecipazione attiva alla vita scolastica, lavorativa e sociale. Si parla del Decreto sui Livelli Essenziali di Assistenza e del nuovo Nomenclatore Tariffario sulle forniture protesiche e tecnologiche, che dopo dieci anni non ha visto ancora la luce, come aveva denunciato qualche mese fa in una lettera-appello anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).
Si organizza all'inizio di ottobre a Torino la Terza Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità e la legge che permette ai disabili di disporre delle protesi e delle tecnologie compensative per la loro autonomia, dopo dieci anni non vede ancora la luce!
È davvero grave che il Decreto sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e sulle forniture protesiche e tecnologiche per la salute delle persone con disabilità - già firmato dal precedente ministro della Salute Livia Turco e non pubblicato, dopo ulteriori lunghe discussioni che si protraggono in un confronto serrato a partire dal 1999 tra Regioni e Ministero, associazioni professionali di categoria (Federottica, associazione degli audioprotesisti, quella dei tecnici ortopedici), medici specialisti, associazioni dei disabili e aziende produttrici e distributrici - non sia ancora pronto per diventare legge. Anzi, leggendo con attenzione il documento, ci si accorge che esso ha un impianto troppo vecchio che non tiene assolutamente conto della realtà odierna ed è pieno di contraddizioni e imprecisioni che, se non emendate e corrette, ne renderebbero davvero difficile l'applicazione.
In questo modo, infatti, ogni Regione va per la sua strada e nella confusione generale si creano delle disparità di trattamento inverosimili tra Regione e Regione e tra ASL e ASL, cosicché alla sfortuna di nascere o diventare disabile, si aggiunge anche quella di risiedere nella ASL di Messina o in quelle dell’Abruzzo o magari in quella di Mirano, in provincia di Venezia.
(...)
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