Siamo all’inizio del 1800, in Francia ... in un istituto per ciechi di Parigi, Luis Braille inventa un sistema fatto con sei puntini in rilievo, per consentire ai non vedenti e agli ipovedenti di leggere e addirittura di imparare la musica.
La partecipazione alla vita sociale di chi non vede inizia proprio da questa scoperta. Prima di allora, i caratteri alfanumerici di tipo tradizionale in rilievo erano impossibile da decifrare al tatto. Ma la domanda, ora è, a distanza di 200 anni, con Mp3, libri elettronici con sintesi vocali, audio libri, lavagne interattive, computer che coinvolgono, tranne l’olfatto, tutti i sensi… Hanno ancora ragione di esistere quei sei puntini…? Diventati nel frattempo otto, per comprimere lo spazio per poter accedere ad internet. Siamo andati a chiedere all’istituto regionale per ciechi Giuseppe Garibaldi di Reggio Emilia, una struttura fino agli anni ’70 centro di formazione per minorati della vista, ed ora con pochissimi altri esempi in Italia, centro di consulenza gratuita per le famiglie, per la formazione, per gli insegnanti di sostegno, e una biblioteca multimediale specializzata.
Intervista Loredana Piccolo – Istituto regionale per ciechi Reggio Emilia
Intervista Simone Pellecani - tecnico informatico
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lunedì 22 marzo 2010
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