Una tecnologia studiata per favorire l'accesso a Internet nei Paesi in via di sviluppo, che trova applicazioni inedite e una nuova ragione di essere nel contesto della Rete italiana.
Si chiama Lucy, come uno dei primi ominidi fossili ritrovati in Africa, considerato una tappa fondamentale nell’evoluzione umana ed è stata partorita da due enti di primo livello: la fondazione svizzera Dominic che collabora con le Nazioni Unite per promuovere la diffusione delle nuove tecnologie e, per quanto riguarda lo sviluppo tecnico, l'azienda Aubay, specializzata nella realizzazione di sistemi informativi industriali.
Dopo esser stata sperimentata in nazioni come la Tanzania, Lucy arriva in Italia (il battesimo è previsto per il 2012) a seguito di una semplice constatazione: l’elevata età media della popolazione italiana, associata alla sempre più bassa natalità. In un Paese in cui gli “over 65” rappresentano, infatti, il 20% della popolazione, e gli “over 80” il 5%, non sorprende che esista una vasta fascia di pubblico che ha poca dimestichezza con gli ultimi ritrovati tecnologici. Metà, all'incirca degli anziani, non utilizza Internet, a fronte di una media europea di vetero analfabeti digitali del 35 %.
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