Non è la prima volta che Apple viene criticata per l'impostazione totalmente autarchica e chiusa dei suoi prodotti. Qualche tempo fa, il guru del free software Richard Stallman ebbe a rallegrasi, con un'espressione infelice, per la “fine dell'influenza negativa di Steve Jobs sul mondo del software”. Ma la visione di Jobs di un universo cibernetico il più possibile centralizzato in cui la Mela è arbitra e signora di tutto ciò che accade al suo interno sembra essere sopravvissuta alla grande al suo fondatore.
Ne sono testimoni alcune clausole inserite quasi di soppiatto nell'Eula, la licenza di utilizzo del suo ultimo, magico prodotto, iBooks Author, un software in grado di semplificare all'estremo il processo di creazione di un ebook. Nella sezione 2b dell'accordi di licenza con l'utente finale, c'è un paragrafo che ha fatto sobbalzare molti, in particolare la frase: “se il tuo lavoro (l'ebook, n.d.a) è distributo dietro un corrispettivo, potrai distribuirlo soltanto attraverso Apple”.
(...)
Tanto che molti potrebbero essere tentati di non adoperare Author a priori. Se non fosse che Apple sta cercando di promuovere il suo tablet, l'iPad come nuovo strumento educativo , supporto standard su cui far sfogliare agli studenti i libri scolastici in formato elettronico. Se riuscisse nel suo intento e gli scrittori di libri di testo, per comodità o per obbligo, fossero indotti a creare i loro sussidiari e saggi tramite Author, per Apple si schiuderebbe una nuova immensa fonte di ricavi, abbinata a un inedito immenso controllo su quanto viene proposto nelle scuole. La prospettiva non preoccupa nessuno?
- l'articolo completo su http://www.lastampa.it/
Commento
L'autore descrive in maniera esemplare il motivo per cui molti docenti esperti in nuove tecnologie rifuggono dal tablet della Apple e si oppongono all'acquisto di e-book scolastici "blindati".
Iacopo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento