«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

mercoledì 28 marzo 2012

Il professore con il tablet

Tecnologia e didattica iniziano a convivere. Da Bergamo un interessante test. Ma i promotori avvertono: "i docenti devono essere preparati, e non riempite le classi di tecnologia superflua".
"Non riempite le classi di tecnologia. È la cosa peggiore che si possa fare". Parola di Dianora Bardi, professoressa di lettere al Liceo Scientifico Lussana di Bergamo. Ma anche vicepresidente di ImparaDigitale, centro studi appena presentato ufficialmente a Milano. Un network che raccoglie già trenta istituti sparsi in tutta Italia e che sta mettendo in pratica una didattica diversa usando come mezzo la tecnologia, adoperata però con molta attenzione. Poco importa poi che sia uno smartphone, un tablet o videoproiettore tascabile per lezioni in movimento. L'industria hi-tech propone dispositivi sempre più raffinati, fra gli ultimi il mouse della Lg dotato di scanner che ora viene impiegato anche per insegnare a leggere ai bambini affetti da dislessia, ma è un mondo pieno di opportunità che bisogna saper maneggiare.
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