«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

venerdì 4 maggio 2012

Se l'iPhone fa "vedere" i ciechi

Grazie alle sue applicazioni la creatura di Steve Jobs è considerata la più grande invenzione dopo il Braille.
Che l’iPhone avesse dei pregi è noto a tutti. Ma pochi avrebbero pensato che il suo display luminoso sarebbe diventato indispensabile anche per i ciechi. Sembra impossibile eppure le nuove applicazioni per lo smartphone ideato da Steve Jobs sono considerate dai non vedenti la più grande rivoluzione dopo la diffusione del Braille.
E dire che nel 2007, l’anno di nascita del cellulare intelligente per antonomasia, la comunità dei ciechi non sembrava poter godere di quello che sembrava solo un pezzo di vetro piatto. Ma da oggi il corollario di applicazioni ha trasformato la vita quotidiana dei non vedenti. Un esempio è Sendero, l’app “per ciechi fatta da ciechi”, una sorta di sistema Gps che annuncia passo passo i percorsi da seguire e segnala gli ostacoli da evitare. Per sapere quale mezzo pubblico prendere c'è invece HopStop: inserita una destinazione ti viene suggerito il treno o il mezzo pubblico da prendere.
La tecnologia aiuta anche i fan dello shopping. VizWiz iPhone scatta foto a un abito o a un oggetto desiderato e le invia a un servizio clienti che li descriverà nei minimi dettagli. Per sapere il loro prezzo basta affidarsi a LookTel Money Reader che scannerizza l'etichetta e dice quanti euro bisognerà tirare fuori dal portafogli senza chiedere aiuto ai commessi. Gli amanti della lettura troveranno utile Audible il lettore multimediale di notizie e libri acquistati on line. Se la navigazione del portale risulta difficile, nessun problema, c’è HeyTell: si comunica nel microfono l’argomento che interessa e il cellulare pensa al resto.
Manca ancora una app che descrive all’utente la realtà che si trova di fronte mentre si cammina per la strada. Ma si dice che alla Apple qualcuno ci stia lavorando. Idee continuano poi a venire dalla rete. Come quella di un Gps indoor, perché se è facile arrivare davanti a un edificio, il difficile è trovare la porta d'ingresso. Ecco così informazioni sulla planimetria del palazzo e sul numero dei passi che separano le varie stanze.
Qualcuno non accoglie con solo entusiasmo queste novità. “Conosco bambini che non sanno leggere il Braille perché c’è un computer che lo fa per loro”, dice Salvatore Romano, della direzione della Unione Italiana dei ciechi e ipovedenti specialista del settore tecnologia. “Certo la Apple ha sviluppato un sogno, uno strumento per tutti. Il costo delle periferiche che trascodificano i dati dello schermo in Braille è in media di 2mila euro. Queste applicazioni costano molto meno. L’importante è che non si diventi degli automi che dipendono da una macchina. Ma questo non vale solo per i ciechi".
(fonte: Press-In anno IV / n. 1060 - Tgcom24 del 03-05-2012)

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