«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

lunedì 22 giugno 2015

La prova di informatica? Su carta e senza pc. La maturità 1.0 di un commissario esterno

Siamo in una scuola del Regno d’Italia. Si, lo so, siamo una Repubblica dal giugno 1946. Eppure, se entrate in una scuola non sembrano passati questi 69 anni. Neanche in questi giorni, in cui si svolge l’esame di Stato: penne, fogli di carta, banchi e sedie (e perfino la disposizione) non sono difformi da quelli di allora.
Eppure, oggi, qualche differenza c’è: i ragazzi devono tassativamente consegnare il “cellulare“. Ah, si, c’è un’altra differenza: la seconda prova in un Istituto Tecnico Industriale può vertere su un argomento che oramai pervade l’intero scibile umano. La chiamano “informatica” e, pare, stia diffondendosi a macchia d’olio. Ma, parafrasando Solow, si vedono computer ovunque, tranne che nelle prove di maturità.
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