Inutile legiferare sull’adozione del software aperto se poi le regole vengono messe al servizio di un soggetto proprietario ed egemone.
Grande indignazione ha generato nella community italiana del software libero la notizia di un protocollo d’intesa tra il Ministero dell’istruzione, università e ricerca e Microsoft Italia, siglato lo scorso 15 maggio.
L’indignazione è legata all’idea che, secondo le ultime modifiche all’articolo 68 del Codice dell’Amministrazione Digitale, lo Stato e le pubbliche amministrazioni nell’acquisire software dovrebbero sempre dare la priorità a soluzioni di tipo open, effettuando una valutazione comparativa.
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