«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

venerdì 8 settembre 2017

Insegnare la Lingua dei segni a scuola? "È fonte di cultura e favorisce l’empatia"

Rinforza i processi di percezione e memoria visiva, impone di mantenere il contatto oculare, favorisce la capacità di concentrazione e rende più propensi all’ascolto attivo. Ecco perché la Lis andrebbe insegnata a tutti i bambini, fin da piccoli. Irene Colavito (Università di Trieste): “Impone un punto di vista fuori dagli schemi”
Il tema sarà affrontato il 16 settembre a Trieste nella sessione pomeridiana del “Festival fin da piccoli” che, quest’anno, si concentra sulle seconde lingue nei primi anni di vita. Colavito, in particolare, sarà la relatrice dell’incontro “La lingua dei segni è per tutti!”, un percorso che partirà dalla definizione di comunicazione visivo gestuale (una comunicazione che sfrutta il canale visivo per inviare il messaggio a differenza della lingua vocale che si sviluppa sul canale acustico) e arriverà alla classificazione della Lis come lingua. Nell’incontro verrà affrontata la tematica del bilinguismo (sia per bambini sordi che non) e verranno presentati gli aspetti positivi che può avere l’insegnamento della lingua dei segni nella scuola dell’infanzia e primaria.
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