"Mi ha telefonato il datore di lavoro del papà di un compagno di classe di Irma, seconda elementare. Sono rappresentante di classe e mi ha telefonato per chiedermi se riesco a spedire i compiti in un formato più stampabile perché lui non riesce. Perché è lui, questo imprenditore di una piccola azienda emiliana, che stampa i compiti e li dà al papà che li dà al figlio".
Questa frase, tratta da un post su Facebook di Eloisa di Rocco, tocca il centro esatto della questione della scuola italiana durante il blocco delle lezioni per il coronavirus. E il centro della questione, la storia di un bambino delle elementari che non ha una stampante e non ha un computer o un cellulare sul quale ricevere i compiti scolastici, è un puntino piccolissimo del quale sarà semplice dimenticarsi: la scuola è insostituibile e il digital divide è una forma di diseguaglianza che riguarda, prima di tutto, i più deboli.
https://www.internazionale.it/opinione/massimo-mantellini/2020/03/23/coronavirus-divario-digitale-scuola
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