«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

venerdì 17 aprile 2009

In trepida attesa dell'e-book

Nonostante si dichiarino in maggioranza attrezzati sul piano tecnico ad affrontare la imminente «rivoluzione elettronica», gli editori italiani appaiono estremamente prudenti in questa fase di passaggio. Da un lato i congegni per la lettura degli «e-book» non sono ancora perfezionati, dall'altro, ed è quello che più conta, l'abbandono della carta porta con sé problemi ancora irrisolti sulla gestione dei diritti.
Maria Teresa Carbone
C'è quello che, per prendere tempo, si schiarisce la gola e parla di «una domanda da un milione di dollari», preannunciando una telefonata che non arriverà; quello che scherzosamente si appella al quinto emendamento e promette di rispondere tra qualche settimana, quando avrà messo a punto la sua linea di difesa; quello infine che si trincera dietro una tra le più celebri repliche letterarie, il «Preferirei di no» dello scrivano Bartleby. Può essere solo un caso, una coincidenza, ma la maggior parte degli editori italiani che abbiamo interpellato sulle misure già prese o comunque deliberate per attrezzarsi di fronte a quella che si preannuncia come una vera rivoluzione, il passaggio dalla concretezza della carta all'evanescenza elettronica, hanno assunto l'aria degli studenti chiamati senza preavviso alla lavagna dall'insegnante.
E sì che all'ultima Fiera di Francoforte, in ottobre, il direttore della Buchmesse, Joergen Boos, ha detto che ormai «i nuovi lettori hanno creato le condizioni per fare del lettore di e-book un prodotto di massa». E in tempi e luoghi ancora più vicini a noi, solo una decina di giorni fa, al convegno «Libri in svendita: quale futuro?» organizzato dall'Associazione Librai italiani a Orvieto per parlare dell'annosa questione degli sconti indiscriminati, il direttore di Mondadori, Gian Arturo Ferrari, ha ammesso che, certo, il problema esiste, e rischia di avere conseguenze ancora più pesanti adesso che c'è la crisi, ma che tutto questo rischia di scomparire nel momento in cui i «contenuti liquidi» prenderanno il sopravvento. Un momento piuttosto vicino, a detta di moltissimi editori: in un sondaggio internazionale i cui risultati sono stati presentati proprio in occasione della Fiera di Francoforte, il 40 per cento dei responsabili delle case editrici si è dichiarato convinto che entro dieci anni le vendite dei libri elettronici supereranno quelle dei testi tradizionali, e il 70 per cento ha affermato di essersi già attrezzato per il passaggio al digitale.
- L'articolo completo su Press-IN anno I / n. 796 - Il Manifesto del 17-04-2009)

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