Sabato 14 appuntamento con "Dyslexia Action", seminario di studio promosso da Live Aid Italia, con il patrocinio di Roma Capitale. Continua il dibattito iniziato sulle pagine del Corriere della Sera. Santamaria: "Dislessia diagnosticata a troppi bambini". Rondi: occorre "far sì che la scuola sia a misura di dislessici, anzi che la dislessia sia la misura della scuola".
Si svolgerà il 14 gennaio a Roma (Istituto Piccole Ancelle del Sacro Cuore, via della Tenuta Sant'Agata 1) il seminario "Dislexia Action - sensibilizzazione e informazione sui disturbi specifici dell'apprendimento", promosso da Live Aid Italia, con il patrocinio di Roma Capitale. L'appuntamento rientra nell'ambito della Dyslexia Campaign, che ha lo scopo di approfondire le tematiche legate alla dislessia e di raccogliere risorse da destinare a iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione rivolte a genitori, insegnanti e pediatri per favorire la diagnosi precoce di questo disturbo.
La dislessia è un tema che recentemente ha acceso un vivace dibattito, dopo l'articolo di Paola Santamaria, pubblicato sul Corriere della Sera il 16 dicembre 2011: "Dislessia diagnosticata a troppi bambini", titolava la giornalista, facendo propria la tesi di Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto Italiano di Ortofonologia, secondo il quale "in Italia un bambino su cinque presenta disturbi di apprendimento ma questo non vuol dire che sia dislessico, eppure viene ritenuto tale ed inserito in un percorso di recupero specifico che rischia di causargli danni notevoli, avendo in realtà solo disturbi comuni". L'articolo pone quindi in discussione i risultati di un progetto condotto nella capitale, secondo cui nelle scuole materne ed elementari di Roma circa il 23 per cento dei bambini è indicato a rischio di Disturbi specifici di apprendimento (Dsa). "In realtà - si legge nell'articolo - in questa percentuale elevata sarebbero inseriti anche bambini con difficoltà di tipo minore, definibili come secondarie o a basso rendimento scolastico, e non come Dsa. Se si "rifanno i conti" con valutazione particolarmente attente, infatti, la percentuale dei bambini a rischio cala intorno al 4 per cento".
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