All’Istituto italiano di tecnologia di Genova è partito ufficialmente il progetto SICODE. Un programma di frontiera nello studio delle Interfacce Cervello-Macchina (Brain Machine Interfaces, BMI) che ha l’obiettivo di perfezionare l’ingegneria di questi dispositivi e approfondire la comprensione del funzionamento del cervello durante il movimento del corpo.
A partecipare al progetto coordinato dall’IIT anche la Scuola Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste, l’Istituto Max Planck per la cibernetica biologica di Tubinga e l’Università di Zurigo.
Oggi le BMI, sistemi in grado di “leggere” gli impulsi provenienti dal cervello e tradurli in movimenti effettuati da oggetti esterni, quali arti robotici artificiali, sono considerate l’unica soluzione che consente a portatori di handicap motori di tornare a muoversi. Tuttavia finora, secondo Stefano Panzeri dell’ITT, coordinatore del progetto, in questi dispositivi veniva presa in considerazione solo la connessione tra i neuroni deputati al movimento e l’oggetto esterno, quale un arto artificiale, senza tenere conto delle variabili di stato che influenzano i processi cerebrali, come gli stati di allerta, attenzione e motivazione.
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