«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

giovedì 19 gennaio 2017

Novara. Il “cembalo scrivano” antenato del computer

Il cembalo scrivano, chiamato così perché l’inventore aveva utilizzato i tasti di un pianoforte. Il suo sogno era realizzare una macchina che potesse aiutare i ciechi a scrivere
Non ci fosse stato Giuseppe Ravizza col suo cembalo scrivano, non avremmo avuto le macchine per scrivere, i pc e gli Ipad. È la storia raccontata con una mostra allestita a Novara all’Istituto Omar. Parecchi pezzi provengono dal Museo della scrittura meccanica di Bra, raccolti da Domenico Scarzello, che ha recuperato esemplari ormai introvabili. La «Smith Premier n.1», made in Usa, targata 1888, ideata da Lyman Smith, un fabbricante di Syracuse che ebbe l’idea di introdurre la spazzola di pulizia dei caratteri; la Remington n.7, costruita con sei tasti in più per poter consentire l’adattamento alle lingue diverse dall’inglese e destinata al mercato europeo; la Odell 1B, 1889, un’opera di cesello, ornata con un motivo artistico che riprende i decori dei nativi indiani d’America. Per non parlare della Visigraph, 1910, travolta dalla I guerra mondiale quando la fabbrica preferì produrre munizioni. E poi la gloria di casa, la sequenza delle Olivetti sino alla Programma 101, 1964, il primo vero personal al mondo, ideato e costruito a Ivrea, con supporto magnetico per la registrazione dei dati, l’antenato del floppy.
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