Edoardo Barbieri, direttore del Master Professione Editoria Cartacea e Digitale dell'Università Cattolica, è ottimista sul futuro degli e-book e sulle loro potenzialità nel promuovere la lettura. Anche tra gli ipovedenti. Quindi non è vero che l'e-book ucciderà il libro? Quello che i libri ormai siano morti è un refrain senza fine. Ma sul punto le opinioni divergono. Alcuni, come Paolo Parigi, l'autore del saggio Contro la lettura, ritengono che il libro elettronico veicola e promuove - anche subdolamente - la lettura. Altri - è l'opinione di Roberto Casati nel suo Contro il colonialismo digitale - pensano invece che il libro digitale, spesso letto attraverso dispositivi connessi alla rete con cui è possibile svolgere altre attività, come giocare e guardare film, allontani dalla lettura: perché alla fine la lettura è la più faticosa delle attività possibili su quel dispositivo e perché le continue distrazioni impediscono la concentrazione necessaria per leggere in maniera approfondita. Io credo che l'importante sia capire se ci sono delle esperienze che riescono a rilanciare la lettura in modo diverso da quello che c'era fino a oggi. E una di queste esperienze potrebbe essere proprio la digitalizzazione dei libri? Certo, perché il supporto modifica l'esperienza. I libri tascabili hanno cambiato il modo di leggere, anche se i testi non sono mutati. Allo stesso modo, anche il libro elettronico modificherà il modo di intendere i testi che avremo davanti. Da una parte, gli e-book promuovono una lettura più breve e frammentata. Dall'altra però la digitalizzazione rende più leggeri gli enormi toni dei classici della letteratura. E sul fronte dell'apprendimento? Tutto cambia con la transizione al digitale, anche il sistema di apprendimento: l'e-book rende possibile una lettura interattiva, consente di fare ricerche su ciò che si sta leggendo, di non avere un atteggiamento passivo nei confronti del testo; ma sul fronte opposto abbassa la memorizzazione legata ad aspetti visivi del libro cartaceo. Occorrerà aspettare qualche anno, per verificare i livelli di apprendimento legati ai libri digitali. Di sicuro sarà un apprendimento diverso, ma è presto per dire se sarà peggio o meglio. Ma gli editori sono propensi alla promozione dei libri elettronici? Fare un libro di carta o un e-book non cambia moltissimo i passaggi della produzione di un libro, e in generale gli editori - per lo meno quelli capaci di unire l'aspetto economico del business con quello culturale - sono attenti ad anticipare i trend di mercato e quindi ben disposti verso la digitalizzazione. Il punto è che, nonostante tutta l'enfasi sulla crescita di questo segmento, al momento gli e-book costituiscono una quota ancora molto bassa del mercato della lettura. Colpa della bassa digitalizzazione nel Paese? Non direi, anche perché la bassa digitalizzazione ha a che fare con lo scarso uso del computer, mentre l'e-book coinvolge l'utilizzo di device oggi sempre più accessibili. Il libro elettronico è stato inventato da tanti anni, ma non era mai decollato proprio perché nessuno legge un libro dallo schermo di un pc. Il passaggio è avvenuto con la creazione di e-reader e tablet che somigliavano nel formato ai libri. L'altro tema importante per la promozione di questi strumenti sono i formati liquidi, cioè quelli che consentono al testo di adattarsi allo schermo e ai desideri e alle preferenze di chi legge: molte case di editoria scolastica per esempio non lo hanno capito e si sono limitate a proporre il loro catalogo in Pdf, che è un formato con enormi limiti. Invece il formato che sta uscendo vincente, l'Epub, ha enormi potenzialità. Quali sono le potenzialità di questi formati liquidi e dei relativi device? Per esempio promuovere la lettura presso gli ipovedenti, che sono una percentuale enorme della popolazione. L'editoria cartacea per gli ipovedenti - costosissima e attualmente sovvenzionata dallo Stato - ha infatti oggi pochissimi titoli. Inoltre i formati liquidi consentono la trasformazione dell'e-book in audiolibro per i non vedenti. E per i non vedenti ci saranno anche gli e-book in Braille.
(fonte: Press-In anno VI / n. 1972 - Il Sole 24 Ore del 01-09-2014)
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