Il 10% della popolazione scolastica in Alto Adige ha bisogni educativi speciali. Un dato importante, in crescita, che dovrebbe portare le istituzioni a riflettere e a trovare soluzioni per diminuire i disagi degli studenti che possono rientrare in questa percentuale. Nella definizione di bisogni speciali rientrano situazioni molto diverse: gli alunni disabili (legge 104), alunni con problemi specifici come i disturbi specifici di apprendimento (DSA), deficit di linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività (ADHD) e, infine, alunni con svantaggio di tipo sociale, culturale e linguistico.
Di questo si è parlato ieri e si proseguirà a discuterne oggi nel convegno organizzato all'Eurac dal titolo: «L'inclusione per me - La partecipazione di ciascuno per la scuola di tutti». L'evento è stato fortemente voluto dalla sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei «affinché possa essere un momento di incontro e di confronto con esperti, per poter capire come intervenire efficacemente sul tema dell'inclusione a scuola».
L'opportunità di arginare eventuali distinguo tra studenti, è un obiettivo che da diverso tempo il Servizio inclusione della Provincia sta cercando di perseguire.
L'importanza del convegno è stata sottolineata anche dal vicepresidente della Provincia e assessore alla cultura italiana Christian Tommasini: «Una scuola inclusiva è una scuola capace di farsi carico dei bisogni di ogni alunno e ogni alunna per raggiungere il successo formativo. Per perseguire questo obiettivo vogliamo promuovere e rafforzare il patto educativo coinvolgendo sempre di più tutta la nostra società».
Tra gli interventi,. quelli di Raffaele Ciambrone, dirigente del Miur, Daniela Lucangeli dell'Università di Padova, Gianluca Daffi dell'Università Cattolica di Milano e Dario Ianes dell'Università di Bolzano.
Ieri, assieme alla professoressa Paola Venuti (università di Trento), si è parlato anche dell'inclusione di alunni con disturbo dello spettro autistico. La professoressa ha proposto un modello di intervento nella scuola primaria e ha ribadito alcuni presupposti imprescindibili per realizzare una vera inclusione. Tutti gli speech ieri hanno avuto un carattere non solo teorico ma anche pratico. Infatti oltre ai risultati degli studi condotti dai vari relatori, è stato dato spazio anche alle esperienze di diversi educatori presenti.
Da quanto emerge dalle parole degli esperti, è fondamentale che ogni insegnante sia in grado di individuare le infinite differenze degli alunni e alunne.
«La finalità del convegno - ha affermato Vincenzo Gullotta, del Servizio inclusione - è offrire un'occasione di sviluppo del dialogo, della riflessione tra i professionisti dell'educazione impegnati nella costruzione di una scuola inclusiva. Inclusione vuol dire rispondere a tutte le differenze che stanno nella scuola e non solo».
L'evento proseguirà anche oggi, sempre all'Eurac, dalle 8.30 alle 13.15. Si parlerà dei disturbi DOP, ADHD e DSA nella scuola inclusiva. Chiuderà la giornata Dario Ianes (LUB) enunciando i sette punti della didattica inclusiva. (R. P.)
(fonte: Press-In anno X / n. 579 - Corriere Alto Adige del 03-03-2018)
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