L'allarme della fondazione Guderzo: in pochi imparano a leggere in Braille.
Da quando Luis Braille, all'inizio dell'800, ha inventato il codice che porta il suo nome, milioni di ciechi nel mondo hanno potuto, attraverso la scuola, accedere alla cultura, impadronirsi dei saperi e inserirsi in maniera attiva nella società. In Italia, complici i pessimi risultati dell'integrazione scolastica e grazie alla facilità di utilizzare i mezzi di comunicazione con la voce digitale, sempre più giovani non vedenti si allontanano dall'apprendimento del codice Braille così da risultare a tutti gli effetti analfabeti. Secondo le ultime statistiche, in Italia ci sono circa 360mila ciechi e oltre 1,5 milioni di ipovedenti; di questi ultimi oltre il 60% ha un'età superiore a 50 anni. Entro il 2030 si prevede un aumento di non vedenti di circa il 25% a causa dell'invecchiamento della popolazione. Degenerazione maculare legata all'età, glaucoma, retinopatia diabetica rappresentano le cause più frequenti di cecità e ipovisione nei Paesi industrializzati. Nel mondo, secondo l'Oms, gli ipovedenti sono 246 milioni e il loro numero è in crescita anche a causa dell'invecchiamento demografico.
«In Italia - dice Davide Cervellin, presidente della Fondazione Lucia Guderzo - le persone censite con problemi visivi in età scolare sono circa 2.600 di cui la maggior parte ipovedenti e molti purtroppo pluridisabili. Questi giovani hanno bisogno di imparare bene il Braille perché serve non solo per leggere e per scrivere ma soprattutto per poter affrontare da adulti le professioni alla pari di tutti gli altri».
Per cercare di limitare questa deriva la Fondazione Lucia Guderzo onlus con il forte contributo di Tiflosystem srl sta attuando una serie di iniziative volte a fornire strumenti efficaci per l'apprendimento e l'uso della lettura e scrittura in braille; da alcuni mesi stampa tre riviste: Diario braille rivolto ai ragazzi fino ai 18 anni, La settimana in Braille e Social Braille inviati a tutti gli irriducibili di questo insostituibile metodo di lettura e scrittura. Accanto a questa importante iniziativa organizza anche periodici campi scuola dove il Braille è il protagonista per i ragazzi che lo apprendono con i nuovi strumenti informatici.
Tiflosystem ha inoltre messo in commercio in questi giorni il primo Tablet Android (Braille Sense Polaris) con display e tastiera braille e Argo Braille un Tablet con sistema operativo Windows 10, display braille e tastiera qwerty: entrambi rientrano tra gli strumenti che possono essere forniti, alle persone non vedenti e sordocieche, attraverso il sistema sanitario nazionale.
Tra le altre iniziative che la Fondazione realizza anche i campi scuola per ipovedenti «A quello appena concluso hanno partecipato bimbi provenienti da tutta Italia. È auspicio della Fondazione - prosegue Cervellin - che il concorso si estenda a tutte le scuole italiane. Mi piacerebbe anche - prosegue Cervellin - che si potesse tornare ad enumerare le tante migliaia di ciechi che lavoravano come insegnanti, avvocati e massofisioterapisti. Alla fine degli anni 80 c'erano circa un migliaio di insegnanti ciechi, 1.300 massofisioterapisti, 800 professionisti prevalentemente avvocati e circa 9mila operatori telefonici. Oggi, complice l'analfabetismo di ritorno, è rimasto qualche migliaio di operatori telefonici, mentre il numero di avvocati ed insegnanti è sceso a sole 100 unità e qualche centinaio di massofisioterapisti. Una professione in via di estinzione».
di Paola Scarsi
(fonte: Press-In anno X / n. 552 - Avvenire del 02-03-2018)
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