Una scuola di frontiera, una preside coraggiosa e sullo sfondo il Parco Verde di Caivano, periferia difficile a Nord di Napoli, tra criminalità, degrado e il sogno di rigenerazione sociale. Un contesto sempre sospeso tra bene e male, dove però si scoprono, inaspettatamente, "capolavori umani".
Domenico Iannacone torna a Caivano per incontrare, a distanza di tempo, Eugenia Carfora, la preside dell'Istituto Francesco Morano. La preside continua la sua personale battaglia contro la dispersione scolastica, che qui tocca livelli estremi. L'Istituto Morano è oggi una sorta di fiore nel deserto ed è diventato un potente messaggio di cambiamento, tanto che un importante imprenditore emiliano, Eugenio Gagliardelli, abbracciando il progetto visionario della preside, ha assunto nella sua azienda di ceramiche i ragazzi appena diplomati, offrendo loro anche un alloggio e un'auto. Un modello "olivettiano" di azienda dalla forte spinta sociale, che si fonde con l'idea di una scuola inclusiva, che non giudica e non lascia indietro nessuno.
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