Una bambina di quattro o cinque anni sta colorando su un tavolino basso. La memoria può fare brutti scherzi: l’immagine è sfocata e abbastanza instabile. So però che quella bambina sono io e che sua nonna, che sta badando a lei (dove sono i suoi genitori? Non lo so) l’ha sorpresa a darsi delle arie.
“Voglio farlo vedere alla mia mamma e al mio papà”, dice la bambina, indicando il disegno.
Ogni cosa – nome, casa, appartenenza, opportunità di vita – può essere negoziata e cambiata. L’adozione va più a fondo anche di quei diritti che consideriamo parte dell’individuo
“Non sono la tua mamma e il tuo papà”, dice la vecchia strega seduta sul divano. “La tua vera mamma e il tuo vero papà sono da qualche altra parte”.
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In inglese https://aeon.co/essays/even-a-happy-adoption-is-founded-on-an-unstable-sense-of-self
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